Cesane
La Montagna della Cesane si trova tra i Comuni di Fossombrone, Urbino e Isola del Piano: questo verdissimo parco naturale, vero e proprio polmone a due passi dalla costa, è popolato da animali come daini, scoiattoli e a volte tassi, più rari sono gli incontri con i cinghiali, ed in questo caso, niente paura, basta dare loro il tempo di allontanarsi. La vicina gola del Furlo, insieme ai monti Paganuccio e Pietralata, consentono l’organizzazione di programmi comuni. Tra le specie arboree più comuni nelle Cesane (esse costituiscono un vero e proprio campionario di conifere mondiali), si possono menzionare i Pini neri d’Austria, che rappresentano la specie più diffusa, qua e là Pini marittimi (litorale tirrenico), Pini d’Aleppo (Asia Minore, Europa sud-orientale), Cipressi dell’Arizona (Stati Uniti), Cedri dell’Atlante (montagne del nord Africa), Cedri deodara (Himalaya), Cipressi comuni (Mediterraneo), Abeti bianchi (Appennini, Alpi), Abeti rossi (Alpi, Scandinavia, Siberia), Cipressi di Lawson (nord America occidentale) e via dicendo. Oltre a queste più o meno esotiche conifere si possono trovare quelle locali, come il Ginepro comune (bacche blu) ed il Ginepro ossicedro (bacche rosse). Grazie alla protezione del terreno da parte delle già menzionate conifere si sono insediate le piante autoctone come il Leccio, la Roverella, l’ Orniello che crescendo, finiranno con il soppiantare i rimboschimenti stessi, e quindi con il ridare al bosco un aspetto più simile a quello originario.
Pietralata
Il Monte Pietralata (pietra grande) si poggia sulla Gola del Furlo con pareti alte fino a 400 metri, inaccessibili, sormontate dalle magnifiche Leccete della Tranquillità; del tutto diverso è il versante nord, invece, dove la montagna degrada verso la valle del Metauro, in cui il dissesto vegetazionale e idrogeologico ha creato forme calanchive molto particolari. Ancora diverso è il versante sud-occidentale, dove il monte si affaccia su Acqualagna. Questo è quasi completamente coperto da boschi. Grazie ai suoi pendii inaccessibili, formati da roccia e foresta, è ancora oggi possibile visitare luoghi nei quali la natura è rimasta intatta.
Gola del Furlo
La gola o passo del Furlo è una gola situata tra il monte Pietralata (889 m) e il monte Paganuccio (976 m), creata dalla forza erosiva del fiume Candigliano, affluente del Metauro. Nei millenni ha raggiunto una notevole profondità, che tuttavia attualmente non è più visibile a causa della diga, costruita nel 1922, che ha ridotto l'impetuoso corso d'acqua a un placido lago. Si trova in provincia di Pesaro-Urbino nel territorio dei comuni di Fermignano, Fossombrone, Cagli e Acqualagna. La gola è percorsa dal tracciato originario della via Flaminia e rappresenta uno scenario unico ed incontaminato. E' inoltre un importante luogo di nidificazione dell'Aquila Reale.
Nerone
Il Monte Nerone è una vetta della catena appenninica umbro-marchigiana, situato nei comuni di Apecchio, Cagli e Piobbico, in provincia di Pesaro e Urbino; la sua vetta raggiunge la quota di 1526 m s.l.m.. Il dislivello di 1200 m, tra le pendici ove sono situati i paesi e la sommità offre una varietà di vegetazione ed un paesaggio ampio ed interessante. Nella cima si possono trovare due rifugi per il ristoro e degli impianti sciistici. Si presenta come un massiccio calcareo. Anche qui a seconda dei versanti è possibile ammirare paesaggi molto variegati: sono presenti doline, forre, pareti verticali e splendide formazioni carsiche, sia ipogee che superficiali. Tutta l'area del Nerone è riconosciuta in ambito nazionale e internazionale di grande rilevanza geologica, per l'affioramento di centinaia di metri di stratigrafia. Infatti è spesso sede di rilevamenti paleontologico-stratigrafici da parte di varie università. I numerosi ritrovamenti di reperti fossili e scheletri di animali estinti, hanno reso possibile la loro raccolta, catalogazione ed esposizione presso il museo di Piobbico e Apecchio.
Catria
Il cosidetto gruppo del Monte Catria comprende oltre alla principale cinque cime minori: il monte Acuto (1668 m), le Balze degli Spicchi (1526 m), il corno di Catria (1186 m), il monte Tenetra (1240 m), il monte Alto (1321 m) e il monte Morcia (1223 m). Si tratta delle cime più alte sia dell’Apennino umbro-marchigiano che di tutte quelle tra i monti Sibillini e l’Appennino bolognese. Il grande massiccio è percorribile con Mtb, bici o a piedi seguendo tortuosi sentieri o strade asfaltate fin sulla cima, da dove si domina l'Italia centrale e la costa adriatica in un vastissimo panorama. Le possibilità sono svariate, si può salire da Chiaserna di Cantiano, Val d'Orbia, Isola Fossara, Montelago di Sassoferrato, Serra Sant'Abbondio, Frontone, Colombara. Le rocce che costituiscono il monte constano per lo più di sedimenti calcarei e calcareo-marnosi di origine marina, risalenti al Mesozoico (Giurassico e Cretaceo); hanno aspetto stratificato e contengono numerosi fossili. All'interno della "Corniola" di età pliensbachiana, sul versante Ovest del M. Acuto, si possono trovare vari ammoniti caratteristici, tra cui quelli del genere Catriceras (etimologicamente "corno del Catria"). La presenza di rocce di diversa epoca geologica rende questo monte un vero e proprio “atlante geologico” e molto bello ed interessante da esplorare a piedi o pedalando. In alto, il massiccio del Catria, offre grazie al sovrascorrimento gli strati delle rocce più antiche, il Calcare Massiccio del Lias inferiore risalente a circa 200 milioni di anni fa e lembi di "grigio ammonitico", chiamato anche "Calcare a Saccocoma ed aptici", caratteristico delle successioni ridotte e lacunose (un esempio di questi affioramenti è rappresentato dalla zona cimale del M. Acuto dove sono rinvenibili alcuni generi di ammoniti caratteristici del Giurassico superiore, Physodoceras, Hybonoticeras, Simoceras, Subplanitoides ...). Molte altre tipologie di rocce sono rinvenibili nei punti di raccordo del gruppo del Monte Catria.
Petrano
Il monte Petrano (1162 m) fa parte dell'Appennino umbro-marchigiano e si trova nel territorio del comune di Cagli, nella provincia di Pesaro e Urbino. Questo monte ha un rilevante interesse geologico, poiché, sui due versanti, S - E (vallata del f. Burano) e N - O (Vallata del f. Bosso), è attraversato da estesi affioramenti di "Rosso Ammonitico", Giurassico inferiore; una formazione, di origine marina, tipica dell'Appennino umbro-marchigiano, che viene studiata ancora oggi. Il monte è conosciuto in tutto il mondo per i suoi fossili abbondanti e diversificati e in particolare per gli ammoniti, che sono indicatori cronologici di enorme importanza per il Giurassico. La cima è soffiata da forti venti, essi fanno sì che i prati sulla sommità costituiscano (in certi periodi dell'anno) il posto ideale per la pratica di attività come kitebuggying e landboarding che prevedono l'utilizzo di aquiloni da trazione. Questa località è peraltro luogo di raduni e manifestazioni organizzati dagli amanti di queste discipline.